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Mezzogiorno di Fuoco Recensione Poster

prima. Lo sceriffo Willy Kane (Cooper), che lo stesso giorno deve sposarsi, decide di affrontarli, ma si trova praticamente solo contro tutti: la proprietaria del saloon, il pastore, il giudice, l’antico sceriffo, il suo aiutante e la sua stessa moglie (Kelly). Si batte ugualmente con coraggio e riesce ad uccidere i banditi ma, prima di andarsene per sempre dal paese…

Idea Centrale

Il mito dell’uomo solo che affronta l’universo ostile è qui portato alle estreme conseguenze. È un film sulla solitudine uno studio psicologico sulla paura e sull’amicizia rifiutata.

Recensione

Mentre l’orologio della vendetta scandisce le ore e i minuti, affiorano le paure, le vigliaccherie, le piccole astuzie le incomprensioni di un piccolo microcosmo di paese. La storia viene narrata senza il ritmo e la violenza spettacolare, tipici del filone, ma con una interiorizzazione che ribalta tutti gli stereotipi narrativi, del genere. E’ uno dei più grandi western, con una convergenza assoluta fra tempo filmico e tempo reale: la durata del film, infatti, coincide perfettamente con l’azione della trama. Un modello di suspense e di costruzione del racconto una leggendaria performance di Gary Cooper che vinse il suo secondo Oscar.

Note e Curiosità

II regista e lo sceneggiatore ebbero delle noie con la commissione per le attività antiamericane per l’allegoria, fin troppo evidente, di vigliaccheria e di conformismo del Maccartismo. Mezzogiorno di fuoco fu girato quasi interamente in una preesistente strada “western” nel terreno della Columbia alla periferia di Los Angeles. Le riprese durarono 31 giorni, durante i quali Gari Cooper fu tormentato da lancinanti dolori provocati da un’ulcera. Grace Kelly era al suo primo ruolo importante. (La recensione del film “Mezzogiorno di fuoco” di Fred Zinnemann è tratta da “201 Film Capolavoro secondo la critica” di Gaetano Sandri).

Il Film “Mezzogiorno di fuoco” di Fred Zinnemann è disponibile in streaming su