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Dersu Uzala | Recensione | Poster

Nasce così, fra il colto ufficiale di città ed il figlio della taiga, un genuino sentimento di amicizia che si rafforzerà cinque anni dopo, quando il capitano ritornerà un’altra volta nell’Ussuri. Ma Dersu frattanto è incecchiato...

Idea Centrale

Sono tre i motivi fondamentali: il tema dell’amicizia vigorosa e sincera, il rispetto per l’ambiente in cui viviamo ed il rapporto semplice ed emozionante dell’uomo con la natura.

Recensione

Sentimentale, avventuroso, fantastico, con un soffio di magia, Dersu Uzala raccoglie momenti di arcana suggestione e si apre a scene di vigorosa drammaticità. Munzuk, un attore preso dalle scene locali, tratteggia un Dersu perfettamente attendibile nel suo candore primitivo, nella sua colorita semplicità. Girato interamente nei luoghi della vicenda, lungo l’arco delle stagioni, il film ha nel paesaggio della taiga un presenza non meno importante di quella delle persone. (La recensione di Dersu Uzala di Akira Kurosawa è tratta da “201 film capolavoro secondo la critica” di Gaetano Sandri)

Non c’è altro aggettivo per definirlo: Dersu Uzala, è un film magico. Una favola nutrita di realtà ma, come tutte le fiabe e non sempre la realtà, con una morale leggibile e profonda, che incarna il profondo sentimento ecologico di anni in cui c’era ancora qualche speranza di non fare troppo male alla terra e ai suoi abitanti. E’ anche uno dei film più belli e più toccanti di Akira Kurosawa, girato in condizioni del tutto speciali (il film è una coproduzione tra l’Unione Sovietica e il Giappone). L’ispirazione per la storia raccontata dal film è venuta al Tenno (l’imperatore, come chiamavano in Giappone il grande regista de I Sette Samurai) dalla lettura fatta in gioventù di Nel profondo Ussuri e Dersu Uzala di Vladimir Arsen’ev, capitano di un reparto militare spedito a fare dei rilievi cartografici (nei primi anni del secolo) nella Russia asiatica. Arriva dal nulla ad aiutare Arsen’ev e il suo gruppo Dersu Uzala, un vecchierello dalla barba fittissima, vestito del costume della tundra, ultimo superstite di una tribù mongola di cui la peste ha fatto strage. E subito tra l’elegante ufficiale zarista e il piccolo uomo delle grandi pianure nasce un’amicizia fatta delle comuni esplorazioni e del comune sentimento della natura e del paesaggio. Kurosawa racconta le loro avventure con la poesia e la forza di un grande poeta epico. E tra i tanti bellissimi momenti è indimenticabile – per chi già conosce il film -, sorprendente per chi lo vede per la prima volta, l’incontro con la regina della tundra, la grande tigre. 

Il film, girato trail 1972 e il 1975, venne premiato al Festival di Mosca, ebbe l’Oscar come migliore film straniero, e fu un grande anche se lento successo internazionale. E’, soprattutto e semplicemente, un capolavoro, che racconta come pochi altri film il rapporto complesso e semplicissimo tra l’uomo e il suo ambiente. (La recensione di Dersu Uzala di Akira Kurosawa è di Francesca Calvero)

Note e Curiosità

Con Dersu Uzala, Kurosawa ritornò al cinema dopo cinque anni di silenzio, dovuti ad una lunga malattia e a una crisi esistenziale che lo aveva portato sull’orlo di un suicidio. Il successo internazionale del Film (premio Oscar come miglior film straniero nel 1976) consentirà al regista di iniziare una nuova carriera a settantacinque anni, unica eccezione in un paese, il Giappone dove la crisi del cinema ha quasi ridotto al silenzio tutti i vecchi maestri… 

Il Film Dersu Uzala di Akira Kurosawa è disponibile in Streaming