– Venezia 80, Fuori Concorso nel segno dei grandi autori da Woody Allen a Roman Polanski (News)


Nel segno dei grandi autori il Fuori Concorso di questa Venezia 80 che va da Polanski a Cavani, da Friedkin fino ad Allen, senza dimenticare Linklater, Korine, Anderson. Tredici in tutto i film di questa sezione prestigiosa dell’edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Tre le

produzioni italiane, “The Palace” di Roman Polanski, in quanto prodotto da Luca Barbareschi che a sua volta firma da regista “The Penitent”, e “L’ordine del tempo” di Liliana Cavani.

Il ritorno di Polanski. “The Palace” segna il ritorno dietro la macchina da presa del novantenne Polanski in un dramma ambientato a Capodanno 1999 al Palace Hotel, albergo di gran lusso situato all’interno di un castello tra le montagne svizzere. Nonostante tutto venga curato in ogni dettaglio, l’assurdità degli ospiti e i loro vezzi-vizi porteranno al più barocco dei caos. Nel cast Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Bronwyn James, Joaquim de Almeida, Luca Barbareschi, Milan Peschel, Olga Kent, Fortunato Cerlino, Mickey Rourke, Danylo Kotov, Matthew Reynolds, Marina Strakhova, Irina Kastrinidis, Teco Celio e Naike Silipo.

Gli italiani. “The Penitent” di Barbareschi, tratto da una piece di David Mamet, ha come protagonista uno psichiatra (lo stesso regista) che si rifiuta di testimoniare a favore di un ex paziente, un uomo instabile che ha causato la morte di molte persone. L’appartenenza del giovane paziente alla comunità LGBTQA+, la fede religiosa del dottore e un errore di stampa scateneranno una reazione a catena decisamente incontrollabile, alimentata dalla stampa e dal severo giudizio della legge. “L’ordine del tempo” della novantenne Liliana Cavani, racconta invece la storia di un gruppo di amici che ogni anno si ritrova in una villa sul mare di Sabaudia per festeggiare il compleanno di uno di loro. Durante i festeggiamenti la comitiva apprende una notizia terribile: il mondo potrebbe finire nel giro di poche ore causa un meteorite che nessuno aveva previsto. Nel cast Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Kseniya Rappoport, Richard Sammel, Valentina Cervi, Fabrizio Rongione, Francesca Inaudi, Angeliqa Devi, Mariana Tamayo, Alida Calabria e Angela Molina.

Dagli Usa. “Hit Man” di Richard Linklater è invece solo uno dei quattro film Usa fuori concorso, protagonista Gary Johnson (Glen Powell), investigatore che lavora sotto copertura, fingendosi un sicario. La sua missione è avere informazioni sulle persone che lo assoldano come killer. Il film è tratto da una storia vera basata su un articolo del 2001 della rivista Texas Monthly. C’è poi “The Wonderful Story of Henry Sugar” del visionario Wes Anderson con protagonista Benedict Cumberbatch e tratto dall’omonimo racconto di Roald Dahl. Il regista ha già adattato dello scrittore, Fantastic Mr. Fox. “Aggro Drift” di Harmony Korine si annuncia invece come “un’opera d’arte contemporanea che potrebbe figurare in un padiglione di Biennale Arte” e che vede il debutto d’attore del rapper di Houston Travis Scott. “The Caine Mutiny Court-Martial” di William Friedkin è un adattamento della piece omonima scritta dall’autore de “L’Ammutinamento del Caine”, Herman Wouk, due anni dopo il romanzo che generò il celebre film. Qui tutto è concentrato sul processo per ammutinamento in salsa Rashmoon.

Dalla Francia. Quattro film anche dalla Francia partendo da “Vivants” di Alix Delaporte ambientato in un prestigioso telegiornale dove una giovane (Alice Isaaz) cerca di trovare il suo posto nella squadra degli inviati speciali. Ci sarà poi l’attesissimo “Coup de Chance” di Woody Allen ambientato a Parigi. Il film parla dell’importante ruolo che caso e fortuna giocano nelle nostre vite in stile “Match Point”. Fanny e Jean sembrano gli sposi ideali: entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento a Parigi e sembrano molto innamorati. Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain, ex compagno di liceo, perde la testa. “Daaaaaali!” di Quentin Dupieux è un drama-comedy con al centro una giovane giornalista francese che incontra ripetutamente Salvador Dalí per un documentario che non inizia mai a girare quasi fosse un’opera surrealista. “Making Of” di Cédric Kahn è un legal drama che affronta il ‘caso Goldman’, una vicenda al centro di un grande dibattito nella Francia degli anni ’70, tanto da portare alla mobilitazione di celebrità e intellettuali, Simone Signoret su tutti, e poi Sartre e Simone de Beauvoir. Protagonista un personaggio controverso, Pierre Goldman, militante di sinistra, con trascorsi da guerrigliero e criminale. “Snow Leopard” di Tseden racconta di un conflitto tra padre e figlio dopo che un leopardo delle nevi ha ucciso nove capre di un pastore; il figlio vuole uccidere il leopardo, ma il padre insiste nel lasciare che l’animale continui a vivere.

Film di chiusura. Infine “La sociedad de la nieve”, di J.A. Bayona film di chiusura del festival che racconta un’epica vicenda di sopravvivenza in condizioni estreme. Nel 1972 il volo 571 delle Forze aeree dell’Uruguay con a bordo una squadra di rugby diretta in Cile precipita su un ghiacciaio nel cuore delle Ande. Allo schianto sopravvivono solo ventinove dei quarantacinque passeggeri, che si ritrovano in uno degli ambienti più ostili al mondo e obbligati a ricorrere a misure estreme per poter restare in vita. (dal tgcom)

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