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The Nun II Recensione Poster

maestranze all’altezza, e i numerosi spin off, di grana decisamente più grossa, affidati per lo più a rincalzi o a personale che sta facendosi le ossa. E’ questo il caso di The nun 2, film di grana grossissima che solo se considerato all’interno del The Conjuring Universe può trovare un suo senso (pertanto, o si è seguita la storia fin dal principio oppure lasciare perdere). Preso di per sé invece no, un senso non ce l’ha, come direbbe il venerabile. Snodi narrativi di disarmante elementarità, la cui unica logica è quella ad uso e consumo del film, incardinati su meccanismi horror infantili e pacchiani, vedi il demone con i denti aguzzi, chissà cosa se ne farà poi, o l’impossessato che si muove come uno zombi con le giunture che immancabilmente si rivoltano e scricchiolano, lo spirito maligno etereo per definizione che però picchia come un wrestler (la solita confusione tra i piani fisici e metafisici), o il demonio sostanziatosi nel tradizionale caprone che ha potere illimitati ma non quello di sfondare una porta sprangata. Lì davanti, si ferma. Sarà per una questione di educazione. Diretto da Micheal Chaves, a proposito di seconde linee, già artefice de La llorona e The conjuring 3, The nun 2 pare voler spuntare da un elenco immaginario tutti i clichè più esausti a cui ci ha ormai abituato l’horror contemporaneo, guardandosi bene dall’aggiungere un tocco anche solo vagamente personale o qualcosa che si possa percepire come lontanamente innovativo. Insomma, per tre quarti di film vediamo gente che si aggira al buio (ma perchè non accendono mai la luce?) e poi una sagoma, confusa, e un secondo dopo un boato che spacca i timpani. Eccolo, l’horror fatto solo tramite l’impianto acustico, capace di produrre uno spavento la cui consistenza è pari a quella provocata dall’amico burlone che ti fa BUH! nascosto dietro alla porta (BUH! AHHH….ma va a cagare!). Ritroviamo, dunque, la suora sosia di Marilyn Manson, qui alla ricerca degli occhi di Santa Lucia (cosa se ne faccia una volta trovati rimane un enigma degno di quello di Kaspar Hauser), e, a darle la caccia, la novizia interpretata da Taissa Farmiga, sì, sorella di Vera, che nella desolazione dilagante, rimane l’unico elemento che brilla. Ecco perchè dicevamo che solo all’interno della saga, The nun 2 trova il suo, seppur debole, perchè. Cosa lega, infatti, le due sorelle Farmiga? Chi è l’una rispetto all’altra? E perchè Marilyn Manson continua a distanza di anni a perseguitare il povero Patrick Wilson? Sono i Warren a inseguire il Male o è il Male ad inseguire loro? Magia, mistero, apparizioni, sparizioni. Tutto si tiene, tutto si allaccia. Nella prossime puntate, chissà, le risposte ai quesiti. Alla fine, comunque, lo sguardo carico di titubanza dell’eroica suorina è lo stesso sguardo carico di titubanza che abbiamo noi nei confronti di quanto appena visto. (La recensione del film “The Nun II” è a cura di Mirko Nottoli)