Cinema4Stelle

The Creator Recensione Poster

 e cervello, sentimenti e intelligenza, spettacolo e critica sociale. Siamo nel 2070 e il mondo è diviso in due blocchi: da una parte si situa il blocco americano, contrario all’AI; dall’altra, invece, il blocco asiatico, che ha offerto protezione ai robot e a Nirmata, il creatore supremo dell’AI. Più di un decennio prima, dopo essere stati creati per assistere gli umani, i robot hanno presumibilmente sganciato un ordigno nucleare su Los Angeles, radendola al suolo. Per questo motivo gli Stati Uniti d’America hanno dichiarato guerra all’AI, procedendo con un vero e proprio sterminio di massa, un rastrellamento sistematico degno della Guerra del Vietnam. Ad aver offerto protezione a Nirmata è stata la Nuova Asia, luogo in cui esseri umani e robot convivono più che pacificamente. Nel frattempo le forze americane hanno completato la costruzione del NOMAD, una base che fluttua nella stratosfera dalla quale colpire senza pietà gli avamposti dell’AI in Nuova Asia per cancellarla definitivamente dal volto della Terra. E, soprattutto, per eliminare la misteriosa arma definitiva, che viene descritta come lo strumento che potrebbe far vincere la guerra all’Asia e all’AI una volta per tutte. A essere chiamato per prendere parte alla missione degli USA contro l’Asia è anche Joshua, che ha un passato sotto copertura in Nuova Asia ed è stato sposato con Maya, morta a causa di un attacco a sorpresa. Adesso l’esercito sostiene che Maya sia ancora viva – e vuole sfruttare questa notizia per convincere Joshua ad accettare la missione. Cosa che, in effetti, accadrà. Con The Creator Gareth Edwards è stato abile a dare vita a un film di esseri umani robotici e robot umanizzati. Non è un caso, infatti, che mentre l’esercito americano è rappresentato in modo brutale durante numerosi attacchi nei confronti della Nuova Asia – con tecniche di guerra che non possono non richiamare alla memoria il precedente della Guerra in Vietnam –, per le AI valga esattamente il discorso opposto; rappresentata da una bambina innocente, l’arma finale non agisce tramite dati e numeri ma attraverso un espediente che ricorda la Forza di Star Wars – non dimentichiamo il passato del regista, autore di Rogue One. Debitore nei confronti di titoli quali Blade Runner, I Figli degli Uomini, dell’estetica di Neil Blomkamp e persino dell’umanesimo di Monsters, The Creator colpisce per il modo in cui riesce a coniugare afflato umanistico e rappresentazione dell’AI. Nonostante questo, il titolo non è mai derivativo ma riesce a rielaborare in ottica personale tutte le influenze che convogliano al suo interno. Due ore e mezza di cinema così intenso oggi sono un evento davvero raro. (La recensione del film “The Creator” è a cura di Matteo Marescalco)