– RAPITO | film | recensione


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Rapito Recensione. La recensione del film “Rapito” di Tommaso Di Pierro. Marco Bellocchio non si ferma più. Il regista emiliano 83enne che negli ultimi anni ha conquistato pubblico e critica con film di eccezionale levatura come Il

Rapito Recensione Poster

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traditore (2019) e il recentissimo Esterno notte (2022), con cui per altro ha vinto il suo quarto David di Donatello per il miglior regista, sforna un altro film eccellente, un dramma storico ambientato nella Roma papalina guidata dall’intransigente Pio IX, dove potere religioso e potere reazionario risorgimentale si mischiano insieme in un caso di cronaca divenuto simbolo dell’epoca. Rapito (2023) tratta appunto il caso di Edgardo Mortara, bambino ebreo di 6 anni, che la sera del 23 giugno 1858 a Bologna viene rapito e strappato alla famiglia su ordine del tribunale del Sant’Uffizio e condotto in un collegio cattolico a Roma per essere allevato come un vero cristiano, dato che all’insaputa dei genitori era stato battezzato di nascosto anni prima dalla domestica di casa. Ne nasce un caso di stato che mobilita l’opinione pubblica italiana e internazionale, un calvario protrattosi per decenni fino all’Unità d’Italia e alla presa di Roma, in un clima ormai mutato dove il pontefice non esercita più la sua sovranità sui domini italiani. Una pellicola di grande interesse dove strapotere religioso e antisemitismo collaborano per plasmare la mente di un nuovo “soldato di Cristo”, emblema di un potere in decadimento, come quello temporale dei papi, di fronte alle cause liberali del Risorgimento. Il film magnificamente fotografato e con una musica tetra e solenne, quasi da thriller data la vicenda da incubo, ci fa partecipi del destino da marionetta del piccolo Edgardo, manipolato psicologicamente e fatto cristiano “per il suo benessere”, la cui vita verrà, nel bene e nel male, segnata dal cristianesimo. Un film che invita a riflettere sulle ingiustizie del potere ecclesiastico, ma anche su quelle del potere secolare, e sulla superbia del Cristianesimo nel porsi superiormente al di sopra di tutte le altre religioni. Straordinariamente interpretato da Paolo Pierobon in veste di Papa Pio IX, da Barbara Ronchi, anche lei fresca di David per la migliore attrice protagonista, nel ruolo della madre di Edgardo, e dal piccolo Enea Sala, Rapito (2023) riconferma il talento di Bellocchio come maestro del cinema italiano, capace di destreggiarsi nelle pieghe, ma anche nelle piaghe, della storia italiana, unendo insieme riflessione e impegno civile. (La recensione del film “Rapito” è di Tommaso Di Pierro)

Una scena del film “Rapito” di Marco Bellocchio – Recensione Analisi critica

LA SCHEDA DEL FILM “RAPITO” (Rapito)

Regista: Marco Bellocchio – Cast: Enea Sala, Leonardo Maltese, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Samuele Teneggi, Filippo Timi, Fabrizio Gifuni, Aurora Camatti, Paolo Calabresi, Bruno Cariello, Andrea Gherpelli, Walter Lippa – Genere: Drammatico, Storico – Anno: 2023 – Paese: Italia – Fotografia: Francesco Di Giacomo – Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli – Durata: 2h 5 min – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 25 Maggio 2023 – Il sito ufficiale del film “Rapito”

Trama: Rapito, film diretto da Marco Bellocchio, racconta la storia di un bambino ebreo, Edgardo Mortara (Enea Sala), che nel 1858, all’età di sette anni, è stato prelevato dallo Stato Pontificio e tolto alla sua famiglia per essere cresciuto come cattolico. Il bambino era stato segretamente battezzato quando aveva solo sei mesi. Secondo le rigide regole della legge papale, il sacramento…

RAPITO DI MARCO BELLOCCHIO – TRAILER

1 Commento


  • Volpe Claudio // // Rispondi

    Ho visto il film, bisognerebbe leggere il libro per poter giudicare, chissà se Bellocchio farà anche un film sulle vicende i su una vicenda mussulmana . Perché a torto o a ragione in questi tempi è facile se si vuole criticare la chiesa cattolica, molto più difficile e rischioso criticare le religioni che hanno ancora una reale influenza politica

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