– MishMash: con E così tutto canta raccontiamo il mondo (News)


La contaminazione nell’ultimo album del MishMash diventa un’esperienza sonora distintiva, in grado di superare ogni divisione geografica e culturale. Li intervistiamo dopo pochi giorni l’uscita del loro album “ E così tutto canta: Dialoghi e musiche per un futuro possibile”. Un cd book che vede anche il contributo di molte altre arti quando la band è sul palco, e gli interventi scritti nel

libretto che accompagna l’album edito da Finisterre. Li abbiamo intervistati durante il loro tour. Sarà possibile ascoltarli il 2 Novembre, ore 20,30, presso il Centro di cultura ebraica Pitigliani di Roma.

Come nascono i MishMash?
Nascono come un gruppo formato di musicisti che si incontrano poichè hanno in comune la voglia di comunicare tramite la musica un messaggio universale di unione e di amicizia. Il gruppo unisce musicisti appartenenti alle 4 principali fedi religiose, Marco Valabrega al violino, Nicola Pignatiello alla chitarra, Bruno Zoia al contrabbasso e Mohssen Kasirossafar alle percussioni persiane. Ci esibiamo regolarmente da oltre 30 anni in festivals ed eventi nazionali e internazionali. Il percorso multi-etnico fortemente legato alla realizzazione di un unicum di energie di pace ed uguaglianza artistica, è completato dalla cantante italo-turca Yasemin Sannino. La sua voce e la sua interpretazione espressiva e intensa, fa vibrare i suoni e i canti di MishMash, regalando una performance spettacolare e profondamente spirituale.

Gli ascolti musicali sono condivisi o vi sentite portatori di gusti dissimili?
Non parlerei tanto di gusti, in quanto condividiamo certamente una cultura della musica in senso molto ampio, piuttosto di radici e tendenze musicali diverse. Come le origini religiosi e culturali di ciscuno noi che sono dissimili e concorrono a formare “ il gruppo” che ha invece un’unica anima. Questo avviene con molte sfumature e con proposte diverse che condividiamo sempre: operiamo assieme in un lavoro di creazione e arrangiamento che dura oramai da tanti anni.

La musica popolare sta davvero vivendo un momento di rinascita e/o ripresa secondo voi che siete addentro?
Non mi pare che la musica popolare stia vivendo un momento di particolare “popolarità”. Piuttosto vedo intrecciarsi vari linguaggi, fra cui quello proveniente da culture popolari nelle nuove proposte musicali e che, a volte, ospitano strumenti tipici o ricercano suoni “etnici” o ritmiche e scale di derivazione multi-etnica.
Riguardo invece a ricerca delle tradizioni e vitalità della proposta popolare, credo non potrà mai arrestarsi. Parliamo di un patrimonio essenziale e che ha radici profonde e merita di essere coltivato e trasmesso, anche attraverso nuove collocazioni, al pubblico e ai giovani.

Le etichette discografiche indipendenti sono case di produzione che non rientrano nelle cosiddette major. Se questo negli ultimi anni ha decretato la fortuna della cosiddetta musica Indie, per la musica popolare esistono da ben prima.
Cosa ne pensate?
Malgrado l’avvento dei media di diffusione di massa, e il paradossale appiattimento dovuto alla globalizzazione, credo le etichette indipendenti, voci fuori dal coro, possano avere sempre un ruolo di diffusori di “ossigeno” per il mercato, grazie alla loro libertà di proporre prodotti artistici non artefatti e genuini. L’esistenza delle etichette indipendenti è, per i musicisti, una valida e concreta possibilità di poter arrivare al pubblico con la propria proposta senza scendere a troppi compromessi.
E sono anche per il pubblico una garanzia di impegno coerente.

Che ricordate della fortuna della musica cosidetta “etnica” negli anni 90 e che facevate?

Il nostro quartetto MishMash è nato proprio nel 1996 ed è stato un incontro molto stimolante per ognuno di noi. Veniamo da differenti tipi di esperienze musicali, ci accomuna da sempre la ricerca in repertori diversi. Avendo avuto un ruolo attivo ai tempi della comparsa sul mercato della proposta “etnica”, ci riteniamo fortunati nell’averla vissuta con così tanta passione. Partendo da nostre interpretazioni di brani ebraici sefarditi, ashkenaziti e della musica persiana classica, ci siamo avventurati in questo repertorio sfidandoci nel proporne una nostra versione rispettosa ma originale, e con le possibilità date dal nostro organico. Intanto abbiamo iniziato a scrivere brani originali rifacendoci a quegli stilemi, ma anche seguendo i nostri gusti personali con totale libertà. Da questi inizi è scaturita la scintilla e siamo fortunati perchè continua a illuminare il nostro percorso creativo e, con nostra grande felicità, arrivano conferme del suo valore.

Lascia un Commento