– KALAVRIA | recensione | film


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Kalavria Recensione. La recensione del film “Kalavria” a cura di Claudio Montatori. Secondo lo storico Armin Wolf è la Calabria la terra dei Feaci, ultima tappa del viaggio di Ulisse, nel sesto libro dell’Odissea, prima di tornare a Itaca, quando

Kalavria Recensione Poster

Kalavria Recensione Poster

l’eroe di Omero vi approda, naufrago, unico superstite di un equipaggio che aveva navigato insieme per dieci anni. Ed è proprio sulle coste calabre che la regista Cristina Mantis fa approdare il novello Odisseo, in questo suo nuovo, singolare, affascinante documentario ambientato nella Calabria dei nostri giorni, tra paesaggi selvaggi di una bellezza commovente, personaggi veri o parte della storia e del mito, della letteratura tra Joyce e Pavese, cantori attuali e schiavitù, attuale anche quest’ultima ma non moderna perché tradizione becera che arriva dal passato. Così Ulisse, interpretato da Ivan Franek, si risveglia nella terra dei Feaci, privo di memoria e dunque di identità, ma non sarà Nausicaa dalle belle braccia a salvarlo, ritroverà se stesso attraverso l’incontro con i personaggi cui abbiamo accennato, come il migrante Badara Seck il cantore, il bardo incontrato nel famigerato accampamento di Rosarno, dove vivono gli schiavi del primo secolo del terzo millennio, un africano sorpreso, conquistato dalla scoperta che in Kalavria esiste un paese che ha lo stesso nome del continente da cui è migrato: Africo. Incontrerà anche Pitagora, quello del teorema, che visse a Crotone, interpretato da Domenico Pantano, e poi la maga Circe (Agnese Ricchi) e altri ancora. Tutti i personaggi ci parlano della Calabria, la raccontano, tra realtà e finzione, per la sua storia e attraverso immagini belle ed evocative (la fotografia è dell’ottimo Fabio Olmi), per la memoria di personaggi e di epoche storiche che rievoca, parte della Magna Grecia, che il compositore greco Alexandros Hahalis, anche lui tra i personaggi del documentario, vorrebbe riunire alla madrepatria. Ma nel film di Cristina Mantis, (appena presentato al BIF&ST, Bari International Film Festival) che è un documentario ma è anche un film con personaggi veri e recitati, come nel teatro di strada, c’è molto di più, il suo è un invito al recupero della cultura e delle tradizioni, in una parola della memoria, intesa non come nostalgia ma come bagaglio culturale che aiuta a progettare un futuro migliore, a rimettere in carreggiata un mondo che la memoria sembra perderla insieme alla sua umanità. Si può dire, parafrasando Cesare Pavese, che nella memoria che coltiviamo e il ricordo che lasciamo sta l’unica immortalità possibile. (La recensione del film “Kalavria ” è a cura di Claudio Montatori)

Una scena tratta dal film “Kalavria” di Cristina Mantis – Recensione / Analisi

LA SCHEDA DEL FILM “KALAVRIA” (Kalavria)

Regista: Cristina Mantis – Cast: Ivan Franek, Alexandros Hahalis, Badara Seck, Agnese Ricchi, Cristina Golotta, Domenico Pantano, Gioacchino Criaco – Genere: Documentario – Anno: 2023 – Paese: Italia – Sceneggiatura: n.d. – Fotografia: n.d. – Durata: 1 h 32 min – Distribuzione: n.d Data di uscita: n.d. – Il sito ufficiale del film “Kalavria” di Cristina Mantis

Trama: Kalavrìa, il film documentario di Cristina Mantis, racconta il viaggio di un Ulisse contemporaneo nella Regione Calabria. La storia di un naufrago senza memoria che ritrova se stesso in uno di quei pochi luoghi dove è ancora possibile farlo: il Sud del mondo. Il naufrago si trova a percorrere luoghi e a incontrare persone di strada e del mito greco che lo accolgono con la loro umanità. Le immagini ci restituiscono un sud del mondo: passato e presente convivono in una Calabria inedita e inesplorata dove, secondo gli studi dello storico tedesco Armin Wolf, Ulisse fece la sua ultima tappa prima di tornare a Itaca. Il viaggio di Ulisse descritto dalla regista rappresenta una formidabile occasione per esplorare, attraverso un linguaggio che unisce elementi di finzione alle peculiarità proprie del documentario, una Calabria arcaica, mitologica, inedita, popolata da personaggi e luoghi poco conosciuti dal grande pubblico e di incommensurabile bellezza…

2 Commenti


  • Antonio Mancuso // // Rispondi

    Documentario istruttivo.Da proiettare nelle scuole.Complimenti

  • Rocco Gaudioso // // Rispondi

    Ho vissuto dentro il set per 40 giorni.
    Un documento attuale per una società in rinascita.

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