– INDIANA JONES E IL QUADRANTE DEL DESTINO | film | recensione


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Indiana Jones e il quadrante del destino Recensione. La recensione del film “Indiana Jones e il quadrante del destino” di Mirko Nottoli. Quinto film della saga, Indiana Jones e il quadrante del destino è il primo a non essere stato scritto da Lucas e diretto da Spielberg, e si vede, verrebbe da dire.

Indiana Jones e il quadrante del destino Recensione Poster

Indiana Jones e il quadrante del destino Recensione Poster

Rileviamo, infatti, negli ultimi prodotti mainstream hollywoodiani un disinteresse preoccupante per quella cosa chiamata sceneggiatura, non tanto per la storia in generale, per il plot, per il soggetto, quanto per i dettagli, per le scene di raccordo, per gli snodi che dovrebbero collegare secondo termini logici una sequenza ad un’altra. Nei blockbuster americani più recenti questo genere di problemi pare essere stato eliminato alla radice, derubricato a questione non prioritaria, le cose succedono e basta, avvengono, in maniera casuale e fortuita, non è necessario spiegare come. Fino a qualche tempo fa, se mi trovavo in un posto A, senza un soldo e senza un mezzo, e dovevo andare in un posto B, c’era uno sceneggiatore che si sentiva in dovere di spiegarmi come ci arrivavo da A a B (rubavo un’auto? Come la rubavo? E se rubavo un’auto poi quel furto avrebbe avuto delle ripercussioni, qualcuno si sarebbe messo a cercarmi, forse il proprietario, forse la polizia). Oggi, semplicemente, prendo un’auto (o una moto) che è lì ad aspettarmi (già con le chiavi nel cruscotto) anche se mi trovassi in mezzo al nulla, oppure c’è un mio amico lì nei paraggi che è sempre pronto a farsi uccidere pur di aiutarmi, amico che, in ogni caso, fino a qualche anno fa, uno sceneggiatore si sarebbe preoccupato di introdurre, di farmelo conoscere, oggi no, l’amico spunta alla bisogna e come è spuntato scompare (vedi Banderas che sta in scena non più di 5 minuti e riesce comunque a far vedere di non saper recitare). Particolari a cui gente come Spielberg o Lucas ponevano massima attenzione – del resto, si sa, il diavolo è nei dettagli – e che oggi invece sembrano questioni di lana caprina, essendo gli sforzi rivolti altrove, negli effetti speciali, nell’azione, nel momento What the fuck, tutta roba che con una sceneggiatura ben scritta c’entra poco. Così è per Indiana Jones e il quadrante del destino, primo film della serie anche ad essere targato Disney e anche qui, verrebbe da dire, si vede, ammiccando più l’avventura in stile fantasy al genere Pirati dei Caraibi che ai vecchi film della saga. Al centro della vicenda la cosiddetta Macchina di Anticitera, congegno meccanico realmente esistente che, nell’invenzione filmica, fu costruito da Archimede e permetterebbe i viaggi nel tempo. Tra la seconda guerra mondiale, l’allunaggio, la Siracusa del 212 a.C., tra la Grecia, Manhattan e la Sicilia, ritroviamo un Harrison Ford ormai troppo attempato per far mulinare la frusta, insieme a poche, gratuite, vecchie conoscenze (Karen Allen, John Rhys Davies alias Sallah) e molte new entry (la Phoebe Waller-Bridge di Fleabag, Tobey Jones, Boyd Holbrook, il cattivo Mads Mikkelsen), coinvolto suo malgrado in un’avventura dalla prima parte comunque troppo lunga, diretta da James Mangold con onesto mestiere. Bisogna attendere il sottofinale perchè il film prenda quota e trovi il ritmo che fino ad allora ha latitato, imboccando un percorso che sembra toccare tutti i topoi che hanno fatto la fortuna della saga e in cui finalmente ritroviamo il vero spirito di Indiana Jones, fino ad un finale che avrebbe potuto essere un vero finale, una sorta di quadratura del cerchio che avrebbe coronato degnamente l’intera epopea. Così invece non è (era forse troppo per un film Disney, forse temevano che qualche bambino uscisse traumatizzato), ritrovandoci col rischio che a qualcuno tra qualche anno venga la tentazione di realizzare l’ennesimo nuovo episodio riscongelando Harrison Ford costretto a fingere di correre quando non fa due passi in una pietra e a fare a cazzotti quando già ieri artriti, reumatismi e un minimo di decenza non più glielo consentono. (La recensione del film “Indiana Jones e il quadrante del destino” è di Mirko Nottoli)

Una scena del film “Indiana Jones e il quadrante del destino” di James Mangold – Recensione Analisi critica

LA SCHEDA DEL FILM “INDIANA JONES E IL QUADRANTE DEL DESTINO(Indiana Jones and the Dial of Destiny)

Regista: James Mangold – Cast: Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge, Mads Mikkelsen, Thomas Kretschmann, Boyd Holbrook, Shaunette Renée Wilson, Ethann Isidore, Toby Jones, Antonio Banderas, Olivier Richters, John Rhys-Davies, Jill Winternitz – Genere: Avventura – Anno: 2023 – Paese: USA – Fotografia: Phedon Papamichael – Sceneggiatura: Jez Butterworth, John-Henry Butterworth, James Mangold – Durata: 2h 23 min – Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures – Data di uscita: 28 Luglio 2023 – Il sito ufficiale del film “Indiana Jones e il quadrante del destino”

Trama: Indiana Jones e il Quadrante del Destino, il film diretto da James Magold, vede un Indy (Harrison Ford) che non è più quello che affrontava i nazisti in un castello inglese, nel lontano 1944.
Siamo infatti nel 1969, nei frenetici giorni dell’Allunaggio, Indiana è ormai prossimo al ritiro e si sente superato dal mondo che lo circonda, tanto che scienziati ex-nazisti come Voller (Mads Mikkelsen) collaborano persino con la NASA…

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