HALLOWEEN (1978) di John Carpenter | Recensione | Capolavoro


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Durante la notte di Halloween del 1963, in una cittadina dell’Illinois chiamata Haddonfield, Michael Myers, un bambino di soli sei anni, accoltella a morte la sorella maggiore Judith senza un motivo

Halloween 1978 Analisi Critica e Locandina

Halloween 1978 Analisi Critica e Locandina

apparente. Per questo delitto è rinchiuso nel manicomio di Smith’s Grove, dove è preso in cura dallo psichiatra Samuel Loomis (Donald Pleasence). Quando quindici anni dopo il dottor Loomis e la sua collega Marion Chambers (Nancy Stephens) arrivano al manicomio per accompagnare il ragazzo in tribunale, Michael scappa con la loro automobile per tornare nella propria città. Qui uccide un meccanico per prendere la sua tuta e poi ruba dei coltelli in una ferramenta e una maschera bianca che indosserà per quasi tutto il film. È il giorno di Halloween e Michael ha seguito per tutto il giorno tre studentesse del liceo: Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) e le sue amiche Annie Brackett (Nancy Loomis) e Lynda Van der Klok (P. J. Soles). Quella sera, due delle ragazze fanno da baby sitter a due diversi bambini, che abitano nella stessa strada. Laurie deve occuparsi di Tommy Doyle (Brian Andrews) mentre Annie di Lindsey Wallace (Kyle Richards). Michael conosce tutti i loro movimenti perchè le ha seguite nel buio indossando la maschera. Quando il fidanzato di Annie, Paul, la chiama per passare la notte con lei, la ragazza porta Lindsey a casa Doyle per farla dormire con Laurie e Tommy. Si avvia, verso la macchina per raggiungere il ragazzo ma non arriverà mai da lui perché Michael, nascosto sul sedile posteriore, la strangola e le taglia la gola. Intanto il dottor Loomis giunto ad Haddonfield in cerca di Michael, scopre che la lapide della sorella Judith è stata trafugata dal cimitero locale. Sicuro delle intenzioni omicide del ragazzo, segue Michael e mette in allarme lo sceriffo Leigh Brackett (Charles Cyphers), padre di Annie, che non gli dà troppo credito

Idea Centrale

Un film che costruisce tutto sull’atmosfera, sull’uomo nero. Incentrato sul male, sui suoi effetti.

Analisi Critica

Una pellicola di importanza capitale per il genere horror e non solo. Non è mai facile stabilire chi sia stato il primo a fare cosa e spesso non è neanche così importante, come invece è importante chi rivoluziona un genere, crea un modello di riferimento, scrive le regole di un filone. Tutti meriti attribuibili ad Halloween – La notte delle streghe, che non è il primo slasher della storia – prima di allora c’erano già stati Reazione a Catena, Silent Night Bloody Night, Black Christmas (un Natale rosso sangue), per citarne alcuni – ma è senza dubbio quello che fa da spartiacque per la categoria, diventa l’archetipo da cui prendere esempio, stabilisce le caratteristiche e le consuetudini da rispettare dando vita a decine e decine di titoli (spesso cloni e imitazioni) che negli anni si rifaranno a quella stessa formula. La cittadina traumatizzata, la ricorrenza che ricorda quel trauma, la final girl, chi fa sesso e/o chi usa droghe o alcolici muore, l’assassino dal look riconoscibile (preferibilmente mascherato) e via discorrendo. Quando poi, in realtà, la stessa definizione di slasher finisce per stare un po’ stretta al film di John Carpenter, un vero film di paura a tutto tondo, il cinema del terrore come si amava dire una volta. Halloween – La notte delle streghe non è costruito sugli omicidi, sul gore o sul bodycount, per quanto Michael Myers sia uno dei serial killer più famosi della storia del cinema (e nel corso della saga avrà modo di darsi da fare) nella sua prima apparizione compie solo cinque omicidi (sette se vogliamo contare anche due cani, uno dei due ucciso per nutrirsi), di cui uno compiuto da bambino ed un altro fuori campo (il meccanico da cui prende la tuta), senza far scorrere una goccia di sangue. Non hai paura per quello che Michael fa, ma per quello che in ogni momento potrebbe fare. Hai paura di quello che Michael è. (da Il Cineocchio). Horror a bassso costo, costruito sulla trovata geniale di essere girato in massima parte in soggettiva (così che la macchina da presa fa vedere quello che vede lo sguardo dell’assassino) in modo che lo spettatore si identifichi col mostro ed abbia paura di se stesso. Con questo film Carpenter (autore anche della sceneggiatura) definisce un nuovo genere, l’horror urbano, intimista e sanguinario, imitato fino alla nausea da un’infinità di pellicole che però metteranno l’accento sulle qualità più scontate (qui, sono i facili movimenti della stedycam o il gusto per l’effetto più superficiale e immediato) e non sapranno riproporre il senso d’angoscia claustrofobica che si respira lungo tutto il film. Di grande virtuosismo le scene iniziali. (dal Mereghetti Ed. 2002). Film epocale che di fatto ha iniziato in grande stile il filone delle pellicole sui serial killer indistruttibili, dando vita a una franchise che, tra alti e bassi, dura tuttora. John Carpenter, allora all’apice della creatività (ha appena girato il thriller urbano Distretto 13 le brigate della morte), carica di tensione e di suspense una vicenda , lineare, trasformandola, grazie alla sua inventiva, in una perfetta macchina orrorifica, e creando nel contempo una delle icone più presistenti e riconoscibili del cinema degli ultimi trent’anni: Michael Meyers, il cui volto, coperto da una maschera bianca, non si vede mai. Geniale – poi riprodotta in innumerevoli cloni – è l’idea di trasformare il killer in una indistruttibile personificazione del Male, apparentemente imbattibile.

Note e Curiosità

Enorme successo di pubblico (oltre 47 milioni di dollari lordi nei soli Stati Uniti, con un modestissimo budget di 325.000 dollari), ha lanciato la carriera di Jamie Lee Curtis e rilanciato quella di Donald Pleasence, perfetto nell’ambiguo ruolo del dottor Loomis, che riprenderà più volte nel corso degli anni. (dal “Dizionario dei Film Horror” di Rudy Salvagnini – ed. 2007). John Carpenter, che ideò e scrisse il film con Debra Hill, diresse Halloween in soli 20 giorni nella primavera del 1978. Diventò uno dei film indipendenti di maggior successo nella storia del cinema, oltre che il capostipite del genere slasher. Pur essendo priva della componente sinfonica, la colonna sonora di Halloween è stata determinante nella caratterizzazione del film stesso e dell’atmosfera minacciosa: il main theme consiste nella celebre partitura per il pianoforte, composta e suonata dallo stesso Carpenter.

Il Film “Halloween” di John Carpenter è disponibile in Streaming su

Una scena del film “Halloween” di John Carpenter (1978) – Recensione/Analisi

LA SCHEDA DI “HALLOWEEN (1978)” (Halloween)

Regista: John Carpenter – Cast: Donald Pleasence, Jamie Lee Curtis, Nancy Loomis, P.J. Soles, Charles Cyphers, Kyle Richards, Brian Andrews, John Michael Graham, Nancy Stephens, Mickey Yablans, Brent Le Page, Adam Hollander, Robert Phalen, Tony Moran, Will Sandin, Sandy Johnson, David Kyle, Peter Griffith – Fotografia: Dean Cundey – Sceneggiatura: John Carpenter, Debra Hill – Musica: John Carpenter – Genere: Horror – Anno: 1978 – Paese: USA – Durata: 1h 25 min. – Distribuzione: Warner Bros. – Data di uscita: 22 giugno 1979 (Italia)

HALLOWEEN (1978) – TRAILER

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