DIABOLIK (Recensione)


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La Recensione di Diabolik a cura di Mirko Nottoli. Di rado un film dei fratelli Manetti ci ha soddisfatti (Coliandro incluso) e non c’è motivo per cui questo avrebbe dovuto fare eccezione. Infatti non la fa. Eppure le premesse erano buone, così come l’incipit lasciava ben sperare.

Si nota da subito in Diabolik una ricerca formale particolarmente attenta, nella scenografia, nella cinematografia, nelle ambientazioni (girate tra Courmayeur, Bologna, Milano e Trieste) si percepisce come i Manetti abbiano cercato di dar vita ad atmosfere che coniugassero la spinta futuribile e retrò degli anni

Diabolik la locandina e la recensione

la locandina di Diabolik

’60, l’anima fantasiosa e naif da cinecomic insieme ad un piglio decisamente contemporaneo (scandito dalla voce di Manuel Agnelli). L’impressione positiva però non resiste molto oltre all’incipit. Avessero messo i fratelli Manetti lo stesso impegno che hanno impiegato nella ricerca estetica anche nella stesura della sceneggiatura, sicuramente la pellicola ne avrebbe ricavato giovamento, una sceneggiatura maggiormente strutturata che non esaurisca ogni difficoltà ricorrendo al banale espediente di una maschera di gomma grazie alla quale il nostro protagonista può sostituirsi a chiunque, come neanche Ethan Hunt in Mission Impossible, una sceneggiatura per la quale le tre unità aristoteliche non siano semplici e noiose elucubrazioni accademiche ma consigli, soprattutto l’unità d’azione, cui sarebbe bene attenersi affinché la trama non si sfilacci e di conseguenza non scemi l’interesse in chi guarda, una sceneggiatura le cui svolte narrative appaiano ponderate e plausibili e non improvvisate come quella data da una enorme botola che si apre in giardino e che non si capisce come diavolo possa definirsi “segreta”, una sceneggiatura che si sforzi di non consegnarci uno dei dialoghi finali, durante la resa dei conti tra l’eroe e il suo antagonista, tra i più brutti che riusciamo a ricordare. Sceneggiatura che non coadiuva nemmeno l’interpretazione del trio di attori, potenzialmente perfetti, Luca Marinelli nei panni di Diabolik, Valerio Mastandrea in quelli dell’ispettore Ginko e Miriam Leone in quelli di Eva Kant. A tal proposito: avete presente Miriam Leone? La immaginate sexy, spietata e conturbante con addosso la tutina nera e attillatissima di Eva Kant? Ecco, riuscire da tali presupposti a rendere incolore pure lei, è impresa su cui ci sarebbe da riflettere (speriamo lo facciano, almeno in vista dei due sequel già annunciati). (La recensione del film “Diabolik” è di Mirko Nottoli)

LA SCHEDA DI DIABOLIK

Regista: Manetti Bros. – Cast: Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roia, Serena Rossi, Claudia Gerini, Pier Giorgio Bellocchio, Roberto Citran, Luca Di Giovanni, Antonino Iuorio, Vanessa Scalera, Daniela Piperno – Genere: Azione, Fantasy – Anno: 2021 – Paese: ITA – Durata: 2h 13 min – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 16 Dicembre 2021

Trama: Diabolik, il film dei Manetti Bros, è l’adattamento cinematografico del celebre personaggio dei fumetti creato da Angela e Luciana Giussani, pubblicato per la prima volta nel 1962. A vestire i panni del “Re del Terrore”, il ladro più affascinate e spietato di tutti i tempi, è Luca Marinelli, mentre Miriam Leone e Valerio Mastandrea interpretanno rispettivamente l’affascinante Eva Kant e il determinato ispettore Ginko.
Ambientato nella città immaginaria di Clerville a fine anni ’60, il film segue le avventure di Diabolik, ladro spregiudicato dal volto misterioso, che ha messo a segno l’ennesimo colpo, sfuggendo alla polizia sulla sua splendente Jaguar E-type. A conquistare l’attenzione di Diabolik sarà la bellissima Eva Kant, un’ereditiera arrivata in città con un gioiello di grande pregio, il famoso diamante rosa. Nel tentativo di rubare la preziosa pietra, Diabolik rimarrà stregato dalla seducente donna. Questa volta però l’Ispettore Ginko

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