– Con “Miracle: Letters to the President” la Corea del Sud vince il Far East Film Festival 24 (News)


UDINE – Prima di raccontare la marcia trionfale della Corea del Sud e della Cina, clicchiamo per un attimo sul tasto rewind… Tra le due superstar hongkonghesi Stephy Tang e Josie Ho, che hanno fatto scintillare il red carpet, e il mito giapponese Takeshi Kitano, che ha ritirato virtualmente – in diretta streaming da

 Tokyo – il Gelso d’Oro alla Carriera («Ora sto lavorando al montaggio del mio nuovo film e spero di venire a Udine a presentarvelo»), si è chiuso con 40 mila spettatori il Far East Film Festival 24. 40 mila spettatori che, per nove giorni, sono letteralmente diventati un corpo unico. Proprio il pubblico – a conferma di una tradizione che risale al primissimo FEFF – ha decretato la vittoria della Corea del Sud, premiando con il Gelso d’Oro Miracle: Letters to the President di Lee Jang-hoon, un dolce inno al potere dei sogni. Al secondo e terzo posto del podio si è invece piazzata la Cina con la struggente ballata d’amore Return to Dust di Li Ruijun e l’esilarante To Cool to Kill di Xing Wenxiong. Anche gli accreditati Black Dragon hanno incoronato Return to Dust, mentre i lettori di MYmovies hanno scelto il sudcoreano Kingmaker di Byun Sung-hyun. I giurati della sezione opere prime (i Manetti Bros. e Vanja Kaludjercic, direttrice del Festival di Rotterdam) hanno poi confermato l’entusiasmo generale per To Cool to Kill, assegnandogli il Gelso Bianco, mentre il Gelso per la Miglior Sceneggiatura – novità di quest’anno – è andato all’irresistibile commedia romantica Love Nonetheless di Jojo Hideo (a decidere, alcuni dei giurati del Premio “Sergio Amidei” di Gorizia: Massimo Gaudioso, Doriana Leondeff, Francesco Munzi e Silvia D’Amico). Dopo un’edizione completamente digitale (2020) e un’edizione condivisa tra il pubblico dello streaming e quello del Visionario (2021), il FEFF è tornato finalmente a casa, portando con sé più di 70 ospiti orientali: il Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” ha ripreso il suo ruolo di quartier generale e il Visionario ha ospitato le sezioni speciali (Visions of Manila, The Odd Couples, Best of the Best) e la mostra di Canicola Racconti del crepuscolo. Forse la “normalità” è ancora lontana, ma sicuramente il Festival udinese ha contribuito ad accorciare le distanze. L’entusiasmo dei Fareaster e l’onda creativa documentata dal programma, del resto, parlano chiaro… Lasciando spazio ai numeri: 1338 sono stati gli accreditati di quest’anno, tra cui numerosi studenti di cinema provenienti dall’Ungheria, dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Slovenia, dalla Croazia e dall’Austria (oltre che dall’Italia). Circa 10 mila le persone che hanno invece preso parte ai FEFF Events, disseminati nel centro della città, e 250 i professionisti arrivati da tutta Europa (e collegati online dal resto del mondo) per le sessioni industry di Focus Asia. Il FEFF online, sulla piattaforma gestita da MYmovies, ha infine registrato oltre 10 mila presenze da 24 paesi. La line-up 2022, ricordiamo, ha messo complessivamente in gioco 72 film (13 anteprime mondiali, 18 internazionali, 11 europee e 13 italiane) di cui 42 in concorso. 10 le cinematografie asiatiche rappresentate, 15 i paesi coinvolti (tra cui, novità assoluta, anche il nostro paese con The Italian Recipe, una coproduzione Italia-Cina). 28 titoli, invece, i titoli selezionati per lo streaming sulla piattaforma gestita da MYmovies. Ora non resta che segnare sul calendario le date della prossima edizione, quando il Far East Film Festival taglierà il traguardo del quarto di secolo: appuntamento a Udine dal 21 al 29 aprile 2023! consegna del Gelso d’Oro alla Carriera a Takeshi Kitano. La data di venerdì 29 aprile, ovviamente, resta una data storica per il Far East Film Festival. E il programma del Kitano’s Day resta invariato: il premio gli verrà virtualmente consegnato alle 19.30 e il pubblico in sala potrà poi assistere alla proiezione dell’immortale Sonatine. Un ospite d’onore come Takeshi Kitano è un sogno meraviglioso per il FEFF e per tutti gli spettatori che amano questo artista leggendario. I discepoli del Kitano più nero, scoperto guardando Violent Cop, i discepoli del Kitano più luminoso, scoperto guardando Il silenzio sul mare, i discepoli che lo hanno scoperto (e continuano a scoprirlo) nell’arco del tempo… Impossibile comprimere in poche righe il viaggio entusiasmante che è la vita di Kitano. Un viaggio che si muove tra i generi e gli stili, tra il cinema e la televisione, ma anche tra la poesia e la letteratura, tra capolavori assoluti come Sonatine, Kids Return, Hana-bi (Leone d’Oro a Venezia nel 1997), L’estate di Kikujiro, Dolls, Zatoichi (Leone d’Argento 2003) e amatissimi cult di piombo e sangue come la saga criminale di Outrage. Senza ovviamente dimenticare il brutale sergente che interpreta nel celebre Furyo di Nagisa Oshima, al fianco di David Bowie e Sakamoto, o le incursioni hollywoodiane di Johnny Mnemonic e Ghost in the Shell. Anche la sesta, penultima e, soprattutto, storica giornata del FEFF 24, ovviamente, non smetterà di proporre il meglio del cinema asiatico dal mattino alla sera. 10 i titoli in programma, tra cui il già citato cult Sonatine e Citizen K (il documentario di Yves Montmayeur dedicato a Kitano), che spazieranno dalla satira corrosiva di What to Do with the Dead Kaiju di Miki Satoshi fino all’anteprima mondiale dell’horror malaysiano The Devil’s Deception di Kabir Bhatia, passando per Return to Dust: il titolo-rivelazione dell’ultimo Festival di Berlino.

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