– Cannes 74, è il giorno di Bellocchio e Anderson (News)


A Cannes 76 per la caccia della Palma d’Oro scendono in campo due pesi massimi del cinema d’autore. All’ironia sorridente di Wes Anderson il programma contrappone la vitalità giovanile dell’ottantenne Marco Bellocchio che non cessa di stupire e che è atteso dopo l’exploit di “Esterno Notte”.

Attesa per i due registi in Concorso. “Asteroid City” di Wes Anderson con Tilda Swinton, Adrien Brody, Tom Hanks ci porta in America nel 1955, ai tempi delle sperimentazioni nucleari. In una località sperduta del deserto, i militari accolgono un gruppo di ragazzi superdotati per studiare le loro invenzioni. Ma nel deserto qualcosa si muove. Con “Rapito di Marco Bellocchio con Barbara Ronchi, Filippo Timi, Fabrizio Gifuni siamo invece nella Bologna papale del 1858. Alla famiglia ebrea dei Mortara viene sottratto il figlio perché un domestico afferma che il bambino è stato battezzato e quindi va educato nella fede cattolica. Mentre il potere papale declina, i suoi metodi repressivi crescono.

Applausi per Kaurismaki. Intanto nel settimo giorno di Cannes 76, i due film del concorso conquistano la platea: “Club Zero dell’austriaca Jessica Hausner e “Les Fueilles Mortes” del finlandese Aki Kaurismaki. Con uno stile vicino al cinema di Yorgos Lanthimos e allo stesso presidente di giuria Ruben Ostlund, “Club Zero” di Jessica Hasner èun dramma psicologico teso come un thriller, una storia di plagio legata al disagio dei giovani che in questa epoca soffrono tremendamente per le aspettative dei loro genitori, che li vogliono primeggiare a scuola e nello sport nell’età dell’adolescenza. Così quando l’ascetica Miss Novak (Mia Wasikowska) entra nel ricco liceo privato proponendo un corso di nutrizione trova una classe disposta non solo ad ascoltarla, ma a seguirla in una sorta di setta che mira al digiuno totale, il club zero del titolo. Disturbi alimentari, anoressia, ortossia sono dietro l’angolo come tante volte accade nella realtà: i ragazzi non toccano cibo convinti che saranno leggeri, liberi dai condizionamenti, amici del pianeta. Il regista finlandese di “Miracolo a Le Havre”, “L’uomo senza passato” era atteso con il suo nuovo film che non ha deluso, anzi ha avuto moltissimi applausi, piazzandosi tra i probabili del palmares, per il tratto poetico come sempre nel suo cinema. È la storia di due solitudini che si incontrano, due personaggi che provano a stare al mondo con fatica, vivendo in case tristi, facendo lavori faticosi e sempre a rischio. Sono Ansa (Alma Pöysti), che lavora in un supermercato ma viene licenziata su due piedi perché ha rubato un cibo scaduto destinato al macero e Holappa (Jussi Vatanen), un metalmeccanico che vive in un container, con la bottiglia sempre pronta di vodka per dimenticare. In una Helsinki vista così dal basso, i due malinconici si incontrano e si trovano, simili come sono, andando insieme a vedere un film di zombie. La storia dei loro incontri, malgrado tutto, accende di umanità e di speranza, proprio mentre la radio continua a dare notizie dell’invasione russa in Ucraina. Con Kaurismaki, come sempre, l’amore vince su tutto. 

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