Cinema4Stelle

Campioni Recensione Poster

 obbligato a formare una squadra composta da persone con disabilità intellettive? Diretto da un Bobby Farrelly stavolta non affiancato dal fratello Peter, insieme al quale ha curato autentici cult della comicità scorretta quali Scemo e più scemo e Tutti pazzi per Mary, Campioni altro non ne è che il rifacimento a stelle e strisce. Rifacimento in cui è l’infallibile Woody Harrelson a vestire i panni dell’ex istruttore di basket protagonista. Ex in quanto, in seguito ad una serie di passi falsi, si ritrova di fronte a un tribunale che gli toglie ogni incarico e gli affida la gestione di una squadra di giocatori caratterizzati dalle medesime problematiche di quelli visti nel lungometraggio di riferimento. Giocatori impreziositi nell’edizione italiana del film da un valido doppiaggio eseguito da giovani anch’essi affetti da sindrome di down e autismo. Un elemento che non può fare a meno di contribuire ad elevare in maniera ulteriore l’aspetto d’impegno sociale dell’opera, mirata a presentare progressivamente i simpaticissimi “ragazzi speciali” in questione. Ragazzi dinanzi ai quali Marcus Marakovich (questo è il nome del personaggio incarnato da Harrelson) manifesta inizialmente un certo scetticismo; per poi rendersi conto del fatto che sono in realtà in grado di poter andare più lontano di quanto abbia immaginato, tanto da avere molto da insegnare anche a lui stesso. Il Marcus Marakovich che, tra l’altro, non manca neppure di scontrarsi in più di un’occasione con il coach Phil Perretti interpretato dall’Ernie Hudson della fanta-serie Ghostbusters. Man mano che, tra un inaspettato incontro con un topolino sotto la doccia e un imprevisto con il vomito, le oltre due ore di immagini in movimento che prendono forma fotogramma dopo fotogramma si rivelano decisamente delicate e piuttosto gradevoli. E, oltre che ad un Bobby Farrelly che dimostra come sia capace di affrontare la spinosa tematica posta al centro dell’insieme senza scadere né in volgarità gratuite, né in scontato patetismo, il merito della riuscita va di sicuro riconosciuto all’autoironia sfoggiata in maniera decisamente invidiabile dai giovani coinvolti… a cominciare dal Johnny di Kevin Iannucci, oltretutto fornito di esilarante madre. (La recensione del film “Campioni” è di Francesco Lomuscio)