TUTTO L’AMORE CHE SERVE, la recensione del film di Anne-Sophie Bailly


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La recensione del film Tutto l’amore che serve a cura di Luigi R. RamiTutto l’amore che serve, in originale “Mon inséparable”, è un film capace di toccare il cuore. Presentato con un’ottima accoglienza nella sezione Orizzonti 81ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, è scritto e diretto da Anne-Sophie Bailly.  Questa opera prima è un racconto sincero e vibrante sulla complessa relazione tra una madre e il figlio con disabilità cognitiva, un tema affrontato con rara sensibilità nel panorama cinematografico contemporaneo. La pellicola si distingue per la delicatezza con cui esplora tematiche spesso considerate tabù, offrendo uno sguardo autentico e rispettoso sulla vita di chi vive ai margini, con grande empatia e sensibilità.

Tutto l'amore che serve | Recensione

Tutto l’amore che serve | Recensione

Un racconto che sfuma i confini tra il dramma personale e il tema universale della libertà di vivere pienamente, al di là dei condizionamenti della propria storia di vita. Il film trae ispirazione da un’esperienza personale di Anne-Sophie Bailly e si nutre di un’umanità profonda, ripercorrendo le dinamiche di una madre, Mona, interpretata dall’eccezionale Laure Calamy.

Mona vive nella tranquilla cittadina di Créteil, dedicando la sua esistenza al figlio Joël, un uomo di circa trent’anni con disabilità cognitiva. La narrazione si concentra sul momento in cui Joël confessa di essere innamorato di Océane, una sua collega in un centro assistenziale, e che stanno aspettando un bambino.

Questa notizia scuote le fondamenta del legame tra madre e figlio, portando Mona a confrontarsi con le proprie paure più profonde e desideri repressi che aveva accantonato nel tempo. Bailly dipinge con delicatezza il percorso di un’emancipazione inevitabile: il desiderio di libertà e autonomia di Joël si scontra con la paura di Mona di perderne il controllo, riflettendo una realtà condivisa da molti genitori che devono affrontare il delicato passaggio del “lasciare andare”, aprendo la strada a una crescita che può anche spaventare.

Questo viaggio emotivo va oltre il semplice racconto del distacco, e interroga profondamente sul significato dell’amore, della cura e del rispetto per le scelte degli altri. La regista sceglie di mostrare senza filtri le complessità di questo rapporto, mettendo in evidenza le sfumature di compassione, ansia e desiderio di rinascita che tutti, in qualche modo, portiamo dentro di noi, di fronte a un momento di grande cambiamento. Bailly esplora con sincerità e profondità il conflitto tra il desiderio di proteggere e il rispetto per l’autonomia personale, offrendo uno sguardo autentico e coinvolgente che rimarrà impresso nello spettatore.

Anne-Sophie Bailly firma un film di grande sensibilità visiva, focalizzandosi sul corpo come veicolo di emozioni e sentimenti. La regista filma i protagonisti in modo intimo, privilegiando primi piani e scambi di sguardi che intensificano l’empatia dello spettatore. Laure Calamy brilla con una performance intensa e complessa, attraversata da un ventaglio di emozioni — dalla rabbia alla tristezza, dalla colpa alla speranza.

Accanto a lei, Charles Peccia Galletto e Julie Froger, portano in scena con naturalezza e autenticità i loro personaggi con disabilità, grazie alla supervisione di una referente speciale. La sensibilità con cui Bailly affronta il tema della disabilità valorizza la normalità della vita, senza pietismi né spettacolarizzazione, rendendo la narrazione ancora più autentica, umana e sostenibile.

La naturalezza dei loro gesti e la profondità dei loro sguardi diventano strumenti potentissimi per comunicare, senza canovacci prevedibili, emozioni profonde, universali e condivisibili. Tutto l’amore che serve si propone come un’occasione di profonda riflessione sulla maternità, sull’indipendenza, sui diritti di autodeterminazione e sulla necessità di rispettare le scelte di ciascuno, anche quando queste sembrano andare contro le aspettative sociali o familiari.

Bailly consegna un’opera matura e sincera, che affronta con delicatezza e rispetto i temi della disabilità e dell’autonomia, senza ricorrere a semplificazioni o pietismi. La performance di Laure Calamy, così come la recitazione naturale di Charles Peccia Galletto e Julie Froger, rende questo film un pezzo di cinema autentico e potente, capace di andare oltre le parole e di entrare nel cuore dello spettatore. (La recensione del film Tutto l’amore che serve è a cura di Luigi R. Rami)

Una scena del film Tutto l’amore che serve di Anne-Sophie Bailly | Recensione di Luigi R. Rami

LA SCHEDA DEL FILM TUTTO L’AMORE CHE SERVE (t.o. Mon Inséparable)

Regista: Anne-Sophie Bailly – Cast: Laure Calamy, Charles Peccia-Galletto, Julie Froger, Geert Van Rampelberg, Rebecca Finet, Pasquale D’Inca, Aissatou Diallo Sagna – Genere: Drammatico – Anno: 2024 – Paese: Francia – Sceneggiatura: Anne-Sophie Bailly – Fotografia: Nader Chalhoub – Durata: 1 h 35 min – Distribuzione: I Wonder Pictures – Data di uscita: 19 Giugno 2025 – Il sito ufficiale del film Tutto l’amore che serve di Anne-Sophie Bailly

Trama: Tutto l’Amore che Serve, il film diretto da Anne-Sophie Bailly, è ambientato a Créteil, piccola città non lontana da Parigi, e ha per protagonista Mona (Laure Calamy). La donna, sessantenne e madre single, vive col figlio trentenne Joël (Charles Peccia-Galletto) in un piccolo appartamento alla periferia. Joël ha un lieve ritardo mentale e lavora in un centro che assiste i disabili, dove conduce una routine rassicurante…

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TUTTO L’AMORE CHE SERVE | Trailer italiano ufficiale HD

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