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Karate kid: Legends | Recensione | Poster

Ma è altrettanto palese che senza il successo di quel piccolo grande capolavoro che è Cobra Kai, Karate Kid oggi non se lo filerebbe nessuno. Per rilancire il franchise c’è bisogno di un nuovo protagonista che troviamo all’inizio trasferirsi con la madre da Pechino a New York.

Un giorno e succede tutto: incontra una ragazza, si innamora, lei però è la ex di un bulletto che, guarda caso, fa karate, il quale non ci sta e lo prende a mazzate, sfidandolo a partecipare all’imminente torneo cittadino, di cui, riguarda caso, è l’imbattuto campione in carica.

La trama vi ricorda qualcosa? Non è la prima volta che ci troviamo di fronte ad un reboot che è anche un sequel ma che in realtà è un remake. Amen. Il problema non sta qui, quanto piuttosto nella sensazione che sembrano tutti avere una gran fretta di finire e di mandare tutti a casa, come se avessero le attrezzature a noleggio per soli pochi giorni ed entro quelli bisognava terminare, come se avessero i metri di pellicola contati e per più di 90 minuti non si poteva girare.

Peccato perchè probabilmente ci sarebbe voluto poco per ottenere quacosa di più di un semplice film “carino” per teenager. Peccato perchè i giovani interpreti funzionano, il protagonista ha la giusta espressione, la ragazza il giusto phisique du role, il cattivo è un cattivo vero, i combattimenti sono ben girati, avvincenti e credibili, l’intreccio elementare ma efficace.

Ci sarebbe voluta qualche pausa in più, qualche scena di raccordo in più, qualche momento di riflessione per approfondire trama e sottotrame. Il personaggio di Joshua Jackson, per esempio (bravissimo tra l’altro), non avrebbe meritato uno sviluppo più ampio? Invece non facciamo in tempo ad appassionarci a lui e alla sua vicenda che già esce di scena. E Ralph Macchio? Aveva per caso una tariffa oraria? Era pagato a pose? Aveva altro da fare?

Non crediamo proprio. Fatto sta che arriva a un quarto d’ora dalla fine, insegna due mosse e se ne va, giusto il tempo per attualizzare “metti la cera togli la cera” e ricordare ancora una volta il maestro Miyagi perchè ormai sia Karate Kid sia Cobra Kai non sono altro che un immenso monumento alla memoria di Miyagi capace di far commuovere anche noi che di Miyagi non ce n’è mai fregato niente.

Anche se noi restiamo dell’altra scuola. Strike first, strike hard, no mercy. E Johnny Lawrence? Abbiate fede! (La recensione del film Karate Kid: Legends è a cura di Mirko Nottoli)