La recensione del film “Ciao bambino” a cura di Rita Ricucci. Ciao Bambino è l’esordio cinematografico di Edgardo Pistone, film distribuito da Filmclub Distribuzione, Miglior Opera Prima alla Festa del Cinema di Roma e vincitore del Premio della Critica al Tallin Black Night Film Festival. Ciao Bambino si inserisce nel panorama delle nuove leve partenopee alla regia, in un film dalle note nostalgiche del neorealismo italiano e dai riferimenti, piuttosto evidenti, agli artisti odierni di rilievo come Paolo Sorrentino ricordando gli sguardi indagatori della coscienza in Le conseguenze dell’amore, e Leonardo Di Costanzo nella storia di due ragazzi alla soglia della maturità sentimentale ne L’intervallo.
Attilio è un ragazzo di diciassette anni che vive con sua madre e suo padre, tossicodipendente appena uscito dal carcere. Lui e i suoi amici sono nullafacenti e neppure frequentano la scuola. Girovagano per strada, frequentano qualche bar dove consumano bibite e giocano a biliardino.
Vivono a Traiano di Napoli, raggiugono le spiagge saltuariamente, e quando accade lo fanno per cercare prede alle loro piccole ruberie, fino a quando la situazione prende una svolta: Attilio si vede costretto a lavorare per rimediare ai debiti contratti dal padre per l’uso di sostanze stupefacenti. Come protettore, viene assunto da Martinelli, boss dello sfruttamento della prostituzione le cui vittime sono giovanissime ragazze dell’Est. Tra queste, Anastasia, di cui si innamorerà.
La scelta del bianco nero, secondo Pistone, manifesta la volontà di Pistone di non dare al film una dimensione temporale a senso unico piuttosto di renderla senza tempo, come fosse un racconto di sempre e per sempre perché io mi ricorderò sempre di te, dice il protagonista. Per questo, la figura di Attilio, come i suoi amici, il padre e la madre diventano i volti già visti, già noti per coloro che sono stati spettatori del cinema neorealista di De Sica o Rossellini e nondimeno di Pasolini, volti raccolti da uno street casting, tipico di quel cinema, a cui somigliano quello di Marco Adamo, Attilio, e Anastasia Kaletchuk, Anastasia stessa.
Il cambio generazionale, invece, si evidenzia nel nome di Anastasia, una ragazza dell’Est disposta a tutto pur di far trasferire la sua famiglia in Italia. Una immigrata clandestina che insieme ad altre sue connazionali non hanno altro desiderio che quello di cambiare rotta, paese. Infatti, è proprio lei, Anastasia a dargli il nome di Bambino, ad un giovane Attilio che non ha ancora la barba, che non sa approcciarsi a una donna, che sogna ad occhi aperti…per questo con lei, il Bambino compirà il suo viaggio di formazione all’età adulta.
Un primo segno visibile della maturità registica di Pistone è ripreso nella modulazione dello spazio onirico, lasciato alle immagini mosse, confuse dalle acque del Mediterraneo che ripropongono ai due ragazzi, il loro passato nella famiglia, e il futuro che sarebbe potuto accadere, come una qualunque storia di innamorati.
Nella fotografia imperante di Rosario Cammarota, sembra restituire l’eternità dii un tempo stantìo attraverso l’immobilità dei corpi dei personaggi di fronte ai fuochi d’artificio, la stessa di quando sono davanti al corpo di una delle giovani ragazze della casa di Anastasia, uccisa per strada.
Il movimento verso una direzione di salvezza è solo quello di Attilio che, come un Bambino, cerca la gioia di vivere pienamente tra le note maestose di Love is in the air di Stefania Rotolo e il nostalgico ritmo di Robertino con Piccolo, Piccolo nel 1964. Per Anastasia, oramai corrotta dagli eventi della sua vita, è invece difficile immaginarsi diversa.
Ciao Bambino è il saluto ad un ragazzo che, come un fiore, è sbocciato alla vita adulta, nel tentare di salvare il padre e poter vivere il suo amore. Ciao Bambino è il saluto ultimo ad un sogno irrealizzabile. Ciao Bambino è un film primario, ricco di sfaccettature emotive e storie sociali espresse attraverso la luce di un desiderio, quello di Attilio, e del buio della realtà, quella di Anastasia. (La recensione del film “Ciao bambino” è a cura di Rita Ricucci)

LA SCHEDA DEL FILM “CIAO BAMBINO” (t.o. Ciao bambino)
Regista: Edgardo Pistone – Cast: Marco Adamo, Anastasia Kaletchuk, Luciano Pistone, Pasquale Esposito, Salvatore Pelliccia, Sergio Minucci, Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo, Rosalia Zinno – Genere: Drammatico, Noir – Anno: 2024 – Paese: Italia – Sceneggiatura: Edgardo Pistone, Ivan Ferone – Fotografia: Rosario Cammarota – Durata: 1 h 37 min – Distribuzione: Minerva Pictures – Data di uscita: 23 Gennaio 2025 – Il sito ufficiale del film “Ciao bambino” di Edgardo Pistone
Trama: Ciao bambino, film diretto da Edgardo Pistone, è ambientato alla fine dell’estate e segue le vicende di un ragazzo di 19 anni di nome Attilio, che vive nel rione Traiano, a Napoli. Il giovane viene incaricato di proteggere una prostituta dell’Est, ma ben presto finisce per innamorarsene. Attilio, però, è costretto dalle circostanze a tenere i suoi sentimenti segreti. Una volta che suo padre esce dal carcere, perseguitato dagli strozzini, il ragazzo dovrà ripagare un debito consistente e si ritroverà costretto a scegliere tra la ragazza che ama e il genitore, mettendo in gioco la sua libertà e tutta quella che è stata la sua vita…
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