BUGONIA, la recensione del film di Yorgos Lanthimos


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Bugonia | Recensione del Film a cura di Mirko Nottoli. Remake di un film sudcoreano del 2003, Bugonia, di Yorgos Lanthimos, passato in concorso all’ 82mo Festival di Venezia, è il terzo film che potremmo definire “importante”, al di là degli esiti più o meno riusciti, uscito al cinema nell’ultimo mese, insieme a Una battaglia dopo l’altra ed Eddington (Ari Aster è anche produttore di Bugonia insieme ad Emma Stone, interprete di entrambe le pellicole), che va anch’esso sotto la voce “sagace critica della

Bugonia | Recensione | Poster

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società americana”, dove il termine “americana”, e questo vale soprattutto per il film di Lanthimos più che per gli altri due, si può sostituire con “occidentale” o anche volendo, con “globale”, senza che il significato cambi (il che la dice lunga sulla criticità del momento storico che stiamo vivendo; e il trittico può diventare tetrastico se ci aggiungiamo A House of dynamite che però di sagace ha poco).

Orbene, insistendo sulla via delle generalizzazioni, se Una battaglia dopo l’altra potremmo definirlo “ironico” e Eddington “psicotico”, Bugonia è sanza dubbio “grottesco” (ed essendo un film di Yorgos Lanthimos abbiamo davvero scoperto l’acqua calda).

Talmente grottesco, paradossale, che il quesito a cui ci mette di fronte si può sintetizzare più o meno così: e se i matti fossero i sani e i sani i matti? Se avessero ragione loro? Se avessero ragione i terrapiattisti, i rettiliani, i no vax, quelli delle scie chimiche, i red ronnie, i grillini di tutto il mondo sostenitori indefessi, immuni al senso del ridicolo, del “Gomblotto” con la G maiuscola? Sarebbe così bizzarro? Il mondo così com’è non è ancora sufficientemente dissennato per reputare una tale ipotesi sostenibile? Altrimenti dovremmo essere in grado di giustificare, in maniera logica, Trump, Putin e compagnia cantanti, ne siamo in grado? No, non lo siamo perchè il mondo, ci dice Bugonia, è una grande illusione collettiva, un sogno ad occhi aperti frutto di un immane lavaggio del cervello, dietro il quale esiste una realtà più profonda, una realtà molti gradi più sotto rispetto alla realtà fenomenica.

Deve esserci, è quasi un augurio quello di Bugonia, perchè altrimenti dovremmo arrenderci al fatto che la nostra realtà si risolva nel dibattito tra Meloni e Schlein, nel ponte sullo stretto di  Salvini, nelle invettive di Bonelli e Fratoianni sul mancato riconoscimento dello stato di Palestina, nella necessità del campo largo e della tenda riformista.

E a svelare l’inganno, in questa nuova lotta di classe 3.0, saranno gli ultimi, i diseredati, quelli spernacchiati e sfanculati dal resto della società (in pratica, Alessandro Di Battista). Lanthimos, nel passaggio dalla Grecia natia ad Hollywood, ha spuntato un po’ le sue frecce (scopriamo anche qui l’acqua calda), ha smussato il suo radicalismo glaciale in favore di uno spettacolo a misura di pubblico (e non è detto che sia un male), mantendo comunque originalità, etica ed estetica, complessità, etica ed estetica e verve caustica (etica ed estetica).

Bugonia (dal nome dell’antica credenza secondo cui da una carcassa bovina possono generarsi nuove api) fila via liscio e spedito per tutte le due ore di durata, diverte, fa riflettere, paga, prima dello sprint finale (che i più sgamati avranno già intuito dove andrà parare), un’eccessiva staticità svolgendosi quasi interamente all’interno di una casa. In esso Lanthimos ritrova Emma Stone e Jesse Plemons, già protagonisti del precedente Kind of Kindness, film mal compreso dai più, per noi uno dei migliori.  (Bugonia | Recensione del film a cura di Mirko Nottoli)

Trama: Bugonia, il film diretto da Yorgos Lanthimos, racconta la storia di Teddy (Jesse Plemons), un apicoltore solitario e paranoico, ossessionato dalle teorie del complotto e convinto che la Terra sia ormai infiltrata da esseri provenienti da un’altra galassia. Secondo le sue ricerche — condotte per lo più online — un gruppo di extraterrestri avrebbe assunto sembianze umane con l’obiettivo di sterminare l’umanità.
Tra questi, Teddy è certo di aver individuato una figura chiave: Michelle Fuller (Emma Stone), la carismatica e potente CEO di una multinazionale farmaceutica per cui lui stesso lavora come semplice addetto ai pacchi. Convinto che la donna non sia umana, Teddy coinvolge il cugino Don (Aidan Delbis) in un piano tanto assurdo quanto pericoloso: rapire Michelle e costringerla a confessare la propria origine aliena. I due mettono in atto il loro piano. Michelle viene catturata e rinchiusa in una cantina, legata e con la testa rasata. Ma la donna non è affatto la vittima indifesa che i due si aspettavano: dotata di un’inquietante calma e di una mente affilata, Michelle inizia a ribaltare la situazione, manipolando con sottile maestria i suoi rapitori e seminando il dubbio nelle loro menti…

Una scena del film Bugonia | Recensione e Analisi di Mirko Nottoli

LA SCHEDA DEL FILM BUGONIA (t.o. Bugonia)

Regista: Yorgos Lanthimos – Cast: Emma Stone, Jesse Plemons, Aidan Delbis, Alicia Silverstone, Stavros Halkias, J. Carmen Galindez Barrera, Cedric Dumornay, Marc T. Lewis, Roger Carvalho – Genere: Commedia, Drammatico – Anno: 2025 – Paese: Irlanda, Corea del Sud, USA – Sceneggiatura: Will Tracy – Fotografia: Robbie Ryan – Durata: 2 h – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 23 Ottobre 2025 – Il sito ufficiale del film Bugonia di Yorgos Lanthimos

GUARDA IL TRAILER UFFICIALE DEL FILM BUGONIA:

BUGONIA | Trailer Ufficiale (Universal Pictures) – HD

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