– BOY FROM HEAVEN recensione


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Boy From Heaven Recensione. La recensione del film “Boy From Heaven” di Rita Ricucci. È stato presentato a Cannes 2022 Boy From Heaven, il quinto lungometraggio di Tarik Saleh, regista svedese di origine egiziana, e vince il

Boy from Heaven Recensione Poster

Boy from Heaven Recensione Poster

premio per la migliore sceneggiatura. Ed è proprio dell’Egitto che Saleh vuole raccontare, di come non sia semplice tenere separati la sfera politica da quella religiosa. Boy From Heaven è una coproduzione internazionale e Saleh sceglie il suo cast tra vari Paesi di cultura e lingua araba. Protagonista è Adam, un giovane pescatore che vive a Manzala, nel delta del Nilo, con suo padre e i suoi fratelli. Adam legge molto e frequenta la moschea locale. Si rivela essere molto intelligente, come sua madre, dirà il padre quando, con una lettera, sarà invitato nel Cairo, per frequentare gli studi nella più grande delle università islamiche: al-Azhar. Con estrema timidezza, Adam si unisce agli innumerevoli studenti, contrassegnati dal tipico copricapo rosso e bianco. L’emozione di Adam è scritta nel suo volto quando partecipa alla preghiera, quando ascolta la voce dei suoi compagni leggere il Libro Sacro con la melodia della fede, perché il Corano “non si canta”: il suono è quello del cuore della fede. Ma al-Azhar non è solo una scuola coranica. All’interno di essa si muovono, sinuosi come serpenti, gli infiltrati di cellule dei Fratelli Mussulmani che cercano adepti per sostenere una rivolta nel Paese, rivendicando con violenza, i diritti dei musulmani. Il momento sembra propizio: il grande Imam muore e bisogna eleggerne uno nuovo. La sua elezione è pari a quella di un capo di Stato: l’Imam è la guida religiosa di un popolo fedele al Libro. La Sicurezza Nazionale si rende complice nel boicottaggio della scelta: la preferenza dovrà cadere su lo Sceicco cieco che, sostenuto da una fede pura, è capace di tenere separata la sfera religiosa da quella politica contro invece il candidato più ambito, lo Sceicco Durani, incline a farsi coinvolgere con la politica con il rischio di una sommossa civile. Ma, Adam, il figlio di un pescatore per quale ragione dovrebbe aiutare la Sicurezza Nazionale? “Perché lo Stato e al-Azhar non dovrebbero essere in conflitto. Ciò porterebbe a una guerra civile”. Il film, perciò, assume in pieno le sembianze di un thriller di spionaggio, perché Adam sarà costretto a diventare l’”Angelo” informatore del colonello Ibraim. Tarik Saleh magistralmente riesce a tenere testa con un film, solo in apparenza di genere, a un film drammatico che, con estrema cura e delicatezza, tratta il tema della fede. Adam, lo stupefacente Tawfeek Barhom, è prima di tutto un ragazzo sinceramente devoto che fa della preghiera e delle parole del Profeta lo strumento per una vita onesta e giusta. Il Colonello Ibraim, nell’accattivante e splendida interpretazione di Fares Fares, libanese di nascita naturalizzato svedese, si vede costretto a sceglierlo dopo la morte di Zizo, il precedente angelo-spia, brutalmente assassinato, a sua insaputa, nel cortile della moschea proprio dagli uomini della Sicurezza Nazionale di cui lui stesso fa parte. Tarik Saleh mostra attraversa le riprese di campi medi, la possibile chiusura nell’interpretazione delle parole sacre; le panoramiche dall’alto mostrano l’ampiezza spirituale della fede islamica che tende, invece, ad essere circoscritta da muri di ideologie e fanatismi; con la profondità di campo, nei corridoi, Saleh descrive la vertigine del cammino sincero e vero, di chi, come Adam, cerca di seguire la bellezza di una fede che ha come caposaldo la misericordia di Allāh. È attraverso l’istruzione, la cultura che dai libri passa alla vita attraverso un atto di fede che Adam riesce ad essere così autenticamente vero da meritare il titolo di Boy From Heaven: non hai più bisogno che qualcuno ti insegni la tua religione, gli dirà lo Sceicco cieco. Con una dissolvenza incrociata Adam guarda i passi che ha camminato, in punta di piedi. “Cosa hai imparato?” chiede invece l’Imam della moschea di Manzala al suo rientro…Ritorna la pace delle acque del lago, il sole scende leggero dietro le nuvole e scopre la notte futura che preannuncia il giorno che verrà. (La recensione del film “Boy From Heaven” è di Rita Ricucci)

Una scena del film “Boy from heaven” di Tarik Saleh – Recensione

LA SCHEDA DEL FILM “BOY FROM HEAVEN” (Walad min al Janna)

Regista: Tarik Saleh – Cast: Tawfeek Barhom, Fares Fares, Mehdi Dehbi, Mohammed Bakri, Makram Khoury, Yunus Albayrak, Sherwan Haji, Mouloud Ayad, Amr Mosad – Genere: Drammatico – Anno: 2022 – Paese: Svezia, Francia, Finlandia, Danimarca – Scenaggiatura: Tarik Saleh – Fotografia: Pierre Aïm – Durata: 1h 55 min – Distribuzione: Movies Inspired – Data di uscita: nd – Il sito ufficiale del film “Boy from heaven”

Trama: Boy From Heaven, film diretto da Tarik Saleh, è incentrato sulla morte del Grande Imam durante il discorso di benvenuto di fronte un gruppo di studenti della rinomata università del Cairo, quella di Al- Azhar, nota come il centro del potere dell’Islam sunnita. La scomparsa dell’Imam dà inizio a una lotta senza esclusione di colpi per influenzare coloro che dovranno prendere il suo posto. Lo sa bene Adam, un ragazzo di provincia da poco arrivato in città, che finirà nel bel mezzo di questi scontri e di questi giochi di potere, dopo che un suo compagno di studi viene rinvenuto morto nel cortile dell’università…

BOY FROM HEAVEN – TRAILER

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