La recensione del film Alpha a cura di Matteo Marescalco. Con Alpha, Julia Ducornau prosegue il suo percorso di esplorazione del corpo e delle sue mutazioni, dopo i clamori di Raw e Titane, firmando forse la sua opera più cupa e stratificata. Al centro c’è la giovane Alpha, figlia di una madre single, immersa in un mondo minacciato da un virus che non divora o infetta nel senso classico, ma pietrifica lentamente i corpi, trasformandoli in statue fragili e funebri. Una condanna che è insieme malattia, allegoria e condanna biblica.
La narrazione si muove su due linee temporali, incrociandole con un montaggio che privilegia la frammentazione e il disorientamento: da un lato la vita di Alpha tredicenne, ragazza in bilico tra adolescenza e maturità, con le sue scelte rischiose, i suoi desideri, i suoi timori; dall’altro lo scenario più vasto dell’apocalisse, un mondo dove la paura ha già preso il sopravvento, dove ogni gesto quotidiano è contaminato dal sospetto, e la vita passata di Alpha, che ha a che fare anche con lo zio tossicodipendente. Il tatuaggio che la protagonista si fa incidere sulla pelle — forse con una siringa infetta — diventa il detonatore narrativo e simbolico: atto di emancipazione e di ribellione, ma anche varco spalancato verso il contagio, la dissoluzione e la possibile pietrificazione.
Il ritorno dello zio, interpretato da un magnetico Tahar Rahim, aggiunge ulteriori sfumature. Il suo personaggio, eroinomane evanescente, ha la consistenza di un fantasma in carne e ossa: è insieme spettro del passato e memento mori incarnato, un corpo già in decomposizione sociale e biologica, pronto a trascinare con sé chi gli si avvicina.
Alpha è un film ferino e respingente, che non cerca mai il compromesso. La sua regia insiste sui dettagli epidermici: il sudore, la pelle, i tatuaggi, le cicatrici, la materia organica che precede la pietrificazione. È un cinema carnale, che però guarda costantemente alla fine del corpo, alla sua progressiva immobilità. Qui il body horror non è soltanto deformazione spettacolare, ma linguaggio privilegiato per parlare di dipendenze, della paura del contatto, della sessualità percepita come rischio mortale.
Non a caso il film riecheggia paure tipiche degli anni Ottanta, in particolare quella del sangue infetto e dell’AIDS. Le siringhe, i fluidi corporei, il contagio, diventano immagini ossessive che collocano Alpha in un immaginario che non è soltanto distopico, ma anche storico, sedimentato nella memoria collettiva. In questo senso, Julia Ducornau non firma soltanto un racconto apocalittico, ma un vero e proprio film di fantasmi: fantasmi di epidemie passate, di stigmi sociali, di corpi che hanno imparato a convivere con la minaccia della dissoluzione.
Ma al di là delle stratificazioni simboliche, Alpha è soprattutto un film di corpi: corpi che cambiano, che si incrinano, che si lasciano andare. Il coming of age della protagonista si intreccia con l’inevitabile consapevolezza della fine, con la necessità di accettare che crescere significhi anche perdere qualcosa. È questo l’aspetto più radicale del film: mostrare come, nel mezzo della catastrofe, non ci sia salvezza senza il coraggio di lasciar andare, di abbandonare la materia che si frantuma per poter sopravvivere nell’immaginario, nei ricordi, nel desiderio. (La recensione del film Alpha è a cura di Matteo Marescalco)
Trama: Nel film, Alpha è una tredicenne inquieta che vive sola con sua madre, dottoressa in una clinica specializzata. La loro quotidianità è sconvolta quando la ragazza torna da una festa con un tatuaggio “fatto in casa”, una A rozzamente incisa sul braccio. Il timore che la bravata l’abbia portata a contrarre un pericoloso virus inizia ad aleggiare nelle loro vite proprio mentre a casa loro compare lo zio tossicodipendente di Alpha (un maestoso Tahar Rahim). Dal talento visionario della regista Julia Ducournau (Palma d’Oro per Titane), una storia potente, intima e commovente di identità, crescita e accettazione, un film duro come la pietra e impalpabile come un fantasma del passato…

LA SCHEDA DEL FILM ALPHA (t.o. Alpha)
Regista: Julia Ducournau – Cast: Emma Mackey, Golshifteh Farahani, Tahar Rahim, Finnegan Oldfield, Jean-Charles Clichet, Christophe Perez, Mélissa Boros – Genere: Drammatico – Anno: 2025 – Paese: Francia, Belgio – Sceneggiatura: Julia Ducournau – Fotografia: Ruben Impens – Durata: 2 h 8 min – Distribuzione: I Wonder Pictures – Data di uscita: 18 Settembre 2025 – Il sito ufficiale del film Alpha di Julia Ducournau
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