A Cannes 78 applausi per ‘Fuori’ di Martone: “Un inno alla sorellanza” (News)


A Cannes 78 oltre sette minuti di applausi e una bella accoglienza in sala al termine della premiére mondiale di “Fuori” di Mario Martone in concorso per la Palma d’oro e in sala dal 22 maggio. Nella gremita sala del Grand Theatre Lumiere erano presenti Valeria Golino, la protagonista che interpreta Goliarda Sapienza, Matilda De Angelis ed Elodie. Oltre al regista napoletano, qui alla sua terza partecipazione sulla Croisette: “E’ un road movie nella Roma 1980 e una storia di amicizia e sorellanza”. Nella giornata, il regista dissidente iraniano Jafar Panahi, perseguitato, incarcerato più volte nel micidiale Evin di Teheran dal 2009, condannato per 20 anni a non poter realizzare film, ha fatto la sua prima apparizione in un festival internazionale in 15 anni a Cannes poichè è caduto di recente il divieto di uscire dal Paese. Altro protagonista (imprevisto) è stato Julian Assange, il giornalista australiano creatore di WikiLeacks.

Ossessione Goliarda Sapienza

Un “road movie in cui nulla doveva veramente accadere ma tutto doveva vivere sullo schermo” ha raccontato Mario Martone offrendo una prima chiave di lettura di “Fuori”, unico film italiano in lizza per la Palma d’oro. Con l’ispirazione di una base letteraria, la sceneggiatrice Ippolita De Majo ha dato forma a una “ossessione Goliarda Sapienza che ci aveva investito da anni – racconta Mario Martone – e che per un incrocio davvero magico ha coinvolto Valeria Golino, a sua volta legata alla scrittrice. Così mentre noi immaginavamo un film su di lei abbiamo saputo che Golino aveva preso i diritti dell’Arte della Gioia di Goliarda Sapienza per la serie e il film che poi ha fatto e ci siamo ripromessi di lavorare insieme”. Una fascinazione dovuta a molti motivi, sottolinea il regista: “Goliarda era una persona particolare, il suo percorso difficile, ricordiamoci che è stata sottoposta anche a elettroshock, la sua grande curiosità e la sua scrittura speciale ci evidenziano che nessuno si salva da solo e questa è una grande verità ma che nessuno si salva senza l’immaginazione. L’immaginazione è qualcosa che ti restituisce a te stesso. Siamo imprigionati più o meno letteralmente da molti recinti, ci si salva con l’immaginazione è la lezione di Goliarda e penso che sia anche un gesto politico”.

Il film racconta una parte della vita di Goliarda Sapienza: l’estate a Roma nel 1980 quando senza finanze, con il manoscritto del”L’arte della gioia” rifiutato, senza lavoro, finisce in carcere (“per 5 giorni o due mesi e mezzo, la verità non si sa”, dice Martone) a Rebibbia per aver rubato dei gioielli in casa di un’amica durante una festa ai Parioli. L’incontro con le detenute diventa amicizia, attrazione, solidarietà, scoperta di altri mondi e proseguirà fuori il carcere, “una storia di amicizia libera, sorellanza, maternità e desiderio, perdersi e volersi ritrovare”, dicono De Majo e Martone. “Girare a Rebibbia, con ex detenute e con le detenute che con la guida di Francesca Tricarico lavorano al progetto Le Donne del Muro Alto, girare nella vera casa di Via Denza dove abitava Goliarda ai Parioli o a Porta Maggiore, alla Stazione Termini, nella pasoliniana Via Acqua Bullicante, tutto secondo le indicazioni che si trovano nei suoi libri, è stato per me decisivo: a me più del realismo piace la realtà e per questo mi ostino a girare in luoghi veri e non mi piace la ricostruzione. Inoltre di lei mi interessava quello sfondo politico che è una dimensione della storia: non sono stati solo Anni di Piombo ma anni di utopie, sperimentazioni artistiche e umane, libertà e anarchia e Goliarda li rappresentava con le sue contraddizioni”.

Il carcere di “Fuori”, così come lo racconta la stessa Sapienza “è una sezione della società, questo non vuol dire che carcere è bello ma che lì dentro non dobbiamo pensare alla pattumiera dell’umanità ma il luogo in cui si ricostruisce la società, almeno questo dovrebbe essere”. Trovare sulla strada di questo Valeria Golino “è stato speciale proprio perchè c’era lei, ma anche coinvolgere il resto del cast è stato mettere insieme un film di amore che spero affiori. Goliarda descriveva il personaggio di Elodie come una dea, l’ho conosciuta e mi è sembrata perfetta, Matilda De Angelis è sorprendente per come si è calata, slang romanesco compreso, nell’affascinante Roberta di cui Goliarda-Golino si invaghisce”. (dal tgcom24)

Lascia un Commento